Inflazione, Disinflazione, Stagflazione, Deflazione Reflazione: cosa sono?

Per prima cosa è necessario che conosciamo “l’indice dei prezzi al consumo“: è una misura statistica della media ponderata dei prezzi di un insieme di beni e servizi (paniere). Il paniere è composto dai beni e dai servizi maggiormente acquistati dal consumatore medio e viene pertanto aggiornato periodicamente considerando le variazioni delle abitudini di spesa. In Italia, chi si occupa di effettuare tutte queste rilevazioni è l’ISTAT.

L’ISTAT rileva 3 diversi indici dei prezzi al consumo:

  1. NIC (Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale): è calcolato con riferimento ai beni e servizi (paniere) acquistati da tutte le famiglie presenti sul territorio nazionale. Il NIC riguarda l’intero sistema economico, in quanto i consumatori italiani sono considerati come un unico insieme omogeneo. Per questo motivo, è spesso utilizzato per individuare l’inflazione programmata nel Documento di programmazione economica e finanziaria.
  2. FOI (indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati): è calcolato sul medesimo paniere del NIC, ma fa riferimento ai consumi delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (escluso il settore agricolo). Il FOI è utilizzato come base per l’adeguamento degli affitti o degli assegni di mantenimento per il coniuge separato.
  3. IPCA (indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell’Unione Europea): è calcolato su un paniere differente, costruito tenendo conto sia delle particolarità di ogni singolo paese sia di regole comuni (ad esempio l’esclusione di lotterie) e fa riferimento, come per il NIC, ai consumi di tutte le famiglie. Gli indici NIC e FOI considerano il prezzo pieno di vendita, mentre l’indice IPCA fa riferimento al prezzo effettivamente pagato dal consumatore tenendo conto, ad esempio,  anche di saldi, promozioni e, per quanto riguarda il farmaci, del ticket pagato. L’IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura uniforme dell’inflazione a livello europeo e serve come indicatore di verifica della convergenza delle economie dei Paesi membri dell’Unione Europea.

Questi indici sono fondamentali per calcolare il valore reale del denaro. C’è infatti differenza tra il valore nominale del denaro ed il suo valore reale:

  • il valore nominale è quello che la legge attribuisce al denaro
  • il valore reale è il potere di acquisto, cioè la quantità di beni e servizi che si possono acquistare.

In base all’andamento di questi indici, si hanno diversi scenari:

  1. INFLAZIONE: quando c’è una crescita generalizzata e continuativa dei prezzi nel tempo, normalmente insieme alla crescita dell’economia.
  2. DISINFLAZIONE: quando c’è un rallentamento dell’inflazione, cioè  una diminuzione del tasso di crescita del livello generale dei prezzi.
  3. STAGFLAZIONE (combinazione di stagnazione e inflazione): quando c’è sia aumento dei prezzi sia mancanza di crescita economica.
  4. DEFLAZIONE: quando c’è un calo del livello dei prezzi generalizzato.
  5. REFLAZIONE: quando c’è una moderata inflazione, dopo un periodo di deflazione, generalmente causata da aumento della massa monetaria e/o da politiche fiscali.

Contattami per approfondire questo o altri argomenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *